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The Killers - Battle Born [2/5]

By martchelo on mercoledì, novembre 14, 2012

I Killers presidiano da anni un territorio di confine, tra i precursori del revival new wave, indie-rocker nell'anima ma animali da mainstream pop in molte loro declinazioni, vivono in una costante contraddizione come forse è normale per un mormone (il leader Brandon Flowers) nato e cresciuto a Las Vegas.
Battle Born è il quarto album dei Killers nell'arco di 8 anni, un'ottima periodicità (questa è una mia fissa, non fateci caso). Battle Born è l'album peggiore dei Killers.

Da un album mi aspetto innanzitutto coerenza di stile e di messaggio tra ciò che vedo, leggo e sento. Battle Born (motto presente sulla bandiera del Nevada) promette tuoni e fulmini a cominciare dal titolo per finire con l'immagine aggressiva scelta per la copertina. Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con ciò che poi si ascolta. Battle Born è essenzialmente un album di ballate, gradevoli, in stile Killers, ma poco incisive, prive di mordente ed originalità. La vena rock della band è completamente andata persa, per lasciare spazio a un pop facile ma poco personale ed energico.
Come è normale che sia per una band di tale spessore ed esperienza, non stiamo parlando di un album brutto, le canzoni sono comunque piacevoli e ben arrangiate. Ma manca tutto ciò che aveva fatto dei Killers una band capace di staccarsi dalla massa. A sottolineare tutto ciò ci pensano peraltro i Killers stessi. Nella versione deluxe del cd infatti inseriscono delle versioni remix di alcune canzoni. Tra queste il singolo Runaways, unico pezzo rock dell'album, un brano ordinario se non minore nel contesto del loro repertorio. La versione remix, esageratamente elettronica, ricca di idee e di energie non banali è quello che avrebbero dovuto fare i Killers (e che invece non hanno fatto): un passo in avanti, magari anche un azzardo, e non un conservativo e deludente passo indietro.

 
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